Cilento Trekking: il Monte Bulgheria

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Una delle più belle montagne del Cilento, in verità non altissimo, ma con i suoi 1225m e una stupefacente posizione geografica, il Monte Bulgheria è una mano distesa che permette all’appennino di toccare il mare. Massiccio collegamento calcareo tra la costa di Camerota e la catena appenninica, la solitaria montagna si staglia fra la valle del fiume Mingardo e quella del fiume Bussento, racchiudendo nello stesso campo visivo paesaggi stupendi compresi tra i Monti Gelbison e Cervati fino al Golfo di Policastro.

Panorami indimenticabili, questa la ricompensa per chi supera lo sforzo di arrivare in cima. Dalla vetta lo sguardo si perde prima sul mare, dal mare di Capo Palinuro al Golfo di Policastro fino a scorgere il Cristo di Maratea e la Calabria, e per chi raggiunge la vetta nei giorni di cielo estremamente limpido ha la fortuna di vedere lo Stromboli e le Isole Eolie a sud, Capri a nord. Basta ruotare di poco e volgere lo sguardo verso la terra, verso l’interno, dando le spalle al mare, per venire, ancora una volta catturati dalle bellezze di questo posto fantastico. Dalla lontana Catena dell’Orsomarso con il Pollino ai più vicini Gelbison e Cervati, dal quale nasce il fiume Bussento, che nel suo scorrere verso il mare si tuffa per alcuni chilometri nel sottosuolo per creare a Morigerati, la meraviglia naturale delle Gole del Bussento, inghiottitoio di estrema bellezza, Oasi WWF.

La montagna che viene dal mare nata da moltissimi anni di movimento tettonico. Alcuni la chiamano la Montagna piena di conchiglie per i fossili di origine marina ritrovati sulla cima. E' anche La Montagna che cambia colore. Le sue rocce carbonatiche dei Giurassico, Triassico e Cretaceo fanno sì che il Monte Bulgheria si tinga di rosa durante l'ora del tramonto.

Ricchezza infinita dal punto di vista storico-naturale, la Montagna del Bulgheria è riconosciuta come uno dei siti più importanti d’Europa. Per la sua natura calcarea e le numerose grotte è stato abitato fin dal Paleolitico, per continuare ad esserlo per tutta l’antichità, il Monte Bulgheria deve il suo nome ai soldati bulgari che, nel V sec. d.C durante la guerra greco-gotica, lo scelsero come rifugio.

Varie testimonianze della lunga storia del Monte Bulgheria e del forte legame che unisce la montagna agli uomini che l’abitavano si incontrano nei paesi che sorgono ai suoi piedi- Celle di Bulgheria con chiese in chiaro stile orientale, Acquavena, San Giovanni a Piro, Roccagloriosa, Bosco.

Ne è un esempio la scultura del Monte che adorna proprio la piazza di Bosco. José Ortega, amico e allievo di Picasso che trascorse moltissimi anni nel bellissimo paesino, scolpì il Monte sulla dura roccia posizionandolo al centro della piazza.  

Risorsa di Biodiversità. Quasi come un muro protettivo di 40 km, il massiccio del Bulgheria è capace di creare un microclima talmente mite da permettere la vita di piante tropicali come il banano a pochi passi dalla vegetazione di montagna. L'Ulivo Pisciottano del Cilento che cresce accanto ad alberi secolari ed insieme alla macchia mediterranea vestono di mille colori, dal verde in estate al rosso e giallo in autunno, i fianchi del monte.

Come la flora anche la fauna è estremamente variegata. Ai pascoli di ovini e bovini si aggiunge una popolazione di rettili, mammiferi, uccelli, insetti. Alcuni anche rari, protetti, a rischi d'estinzione. Il falco pellegrino, il cervone, il nibbio reale, il succiacapre, cinghiali, volpi, ramarri, libellule di importanze comunitaria e moltissimi altri

Guardandolo da una delle sue prospettive il Monte Bulgheria ricorda proprio la sagoma di un animale. Non un animale qualsiasi ma un leone. Il Leone che dorme. E' così che tanti chiamano la solitaria montagna. Il leone dormiente che, ieri come oggi, difende e protegge il paradiso di tanti paesini posti ai suoi piedi.

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