Il Monte Sacro di Novi Velia
Svettante sulla cima del monte Gelbison, a 1705 metri sul mare, il Santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia è il faro spirituale che irradia la sua luce esercitando una forte attrattiva sugli abitanti delle montagne e delle valli cilentane.
Il santuario mariano rappresenta un intreccio tra sacro e pagano fin dalle sue origini. Probabile tempio edificato dagli Enotri, era ben noto ai saraceni – come testimonia il nome Gelbison che deriva dall’arabo “monte dell’idolo” – fu poi trasformato in santuario cristiano dai monaci basiliani italo-greci e successivamente ampliato dall’Ordine dei Celestini.
Il Monte Gelbison è raggiungibile da Palinuro comodamente in auto, attraversando i paesi che un tempo appartenevano allo “Stato di Novi Velia”. Sarebbe l’ideale, per i più avventurieri, vivere la tradizione che ancora si rispetta, di giungere sulla vetta del Gelbison a piedi. Un’esperienza mistica percorrendo un sentiero affascinante che si inerpica tortuosamente tra ulivi e castagni.
Giunti al cancello di ingresso, una piccola targa in pietra ricorda che lo spazio che segue è sacro. Da qui inizia la Via Crucis che conduce verso la sommità. Lungo la strada è possibile vedere la Stele di San Michele, una colonna di marmo di oltre quattro metri, immersa in un curato e odoroso roseto, realizzata con materiale di spoglio reperito dall’Heraion eleatico, si cui c’è ancora traccia in altre parti del santuario. Si arriva così alla Piazza della Croce da dove l’occhio estasiato spazia per un raggio di centinaia di km e resta rapito dall’imponenza della Croce metallica luminosa, che con i suoi trenta metri domina tutto il basso Cilento. La Croce è aperta ai pellegrini, si può salire fino al secondo livello per godere di una vista mozzafiato.
Salendo ancora si arriva alla piazza che accoglie: la Chiesa madre, con un interno barocco e una più semplice facciata in pietra, che conserva la statua lignea della Madonna, tipica icona bizantina, dalla carnagione ambrata, gli occhi alla greca e il viso allungato, con il Bambino posto sul braccio sinistro; la fontana in pietra peperino; la Chiesa di Bartolomeo con la cripta di San Nilo, dov'è possibile vedere una graziosa vetrata raffigurante la Madonna che appare ai due Santi, e la torre campanaria. La piazza emerge su un immenso panorama, costituito da tutto quello che la configurazione geografica della natura sa offrire all’occhio umano. Da qui si può vedere la Ciampa di cavallo, uno spuntone di roccia, dove la tradizione vuole che si debba lanciare una monetina come buono auspicio. Si racconta che questa roccia calcarea sporgente salvò la vita a un cavaliere.
Da non perdere la Galleria dei Misteri, un passaggio sotterraneo che collega la Chiesa di San Bartolomeo alla Chiesa della Madonna. L’ingresso è indicato da un arco a tutto sesto ritrovato durante i lavori per la costruzione della cripta di San Nilo. L’itinerario storico-artistico e spirituale permette di visitare, tra le altre cose, le stanze dei celestini e le grotte dei monaci basiliani.
Il Santuario accoglie i visitatori a partire dall'ultima domenica di Maggio fino alla seconda domenica di Ottobre.