Marsili e Palinuro: il vulcano sottomarino del Tirreno meridionale

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Quando si pensa ai vulcani sottomarini, spesso viene in mente l'immagine di eruzioni esplosive e di tsunami distruttivi. Tuttavia, pochi sanno che questi vulcani possono contenere depositi di metalli preziosi, grazie ai processi idrotermali che permettono il depositarsi di minerali come il Rame, lo Zinco, l'Oro e l'Argento. Nel Mar Tirreno meridionale, il Marsili e il Palinuro rappresentano dei veri e propri "tesori", grazie alla presenza di depositi idrotermali molto ricchi.

Marsili e la catena vulcanica del Palinuro

catena vulcanica Palinuro e Marsili
cartina dei vulcani nel Tirreno meridionale

Il fondale del mare Tirreno è caratterizzato dalla presenza di numerose dorsali sottomarine e rilievi di tipo vulcanico, essendo il risultato delle eruzioni vulcaniche avvenute nel corso di milioni di anni. Molti vulcani insulari o costieri, come ad esempio il vulcano Stromboli, hanno parti sottomarine estese. In realtà, esistono vulcani interamente sottomarini, che possono avere dimensioni simili o maggiori rispetto a quelli in superficie.

La difficoltà nel loro studio deriva dalla mancanza di accesso diretto, ma negli ultimi decenni gli studi di geologia marina hanno permesso una maggiore conoscenza della loro natura e funzionamento. Osservazioni e prelievi di campioni vengono effettuati per mezzo di navi oceanografiche.

Nel Mar Tirreno e nel Canale di Sicilia, alcune zone della crosta terrestre sono più sottili e fratturate, concentrandosi quindi l'attività vulcanica sottomarina in queste zone. Alcuni vulcani sottomarini sono ancora attivi e talvolta manifestano la loro presenza rilasciando gas e deformandosi molto lentamente, mentre altri sono ormai estinti e rappresentano vere e proprie montagne sottomarine (seamounts).

Nel mar Tirreno meridionale è stata scoperta una catena di 15 vulcani, di cui 7 erano sconosciuti fino ad ora. Questa catena, chiamata catena vulcanica di Palinuro, si estende per circa 90 km a sud della costa di Salerno fino a 30 km a est della costa di Sangineto, in Calabria. La catena vulcanica prende il nome dal famoso promontorio del Cilento Capo Palinuro posto al nord dell'apparato vulcanico.

La scoperta di questa catena vulcanica ha avuto un grande impatto nella comunità scientifica, poiché potrebbe fornire nuove informazioni sulle attività vulcaniche e sottomarine in quest'area del Mediterraneo. Studi e ricerche sono in corso per comprendere meglio la natura e l'origine di questi vulcani e le possibili implicazioni per la sicurezza del territorio e della popolazione costiera.

Marsili: il gigante del Tirreno

Il Marsili è un vulcano sottomarino situato nel Mar Tirreno, a circa 150 km a sud-ovest della città di Napoli, vicino alla costa meridionale dell'Italia. Il suo nome deriva dal geologo italiano Luigi Ferdinando Marsili, che lo identificò nel 1666.

Il Marsili è uno dei vulcani sottomarini più grandi dell'Europa, con un'altezza di circa 3000 metri dalla base del mare e una sommità che si trova a circa 500 metri sotto il livello del mare. Questo vulcano sottomarino è lungo circa 70km ed largo 30 km. Si ritiene che sia stato formato circa 500.000 anni fa, ed è ancora considerato attivo. Il vulcano Marsili non sembra un vulcano "tipico", non ha la classica forma a cono ma è allungato perché è formato da una serie di coni e fratture eruttive.

Nonostante la sua attività vulcanica, il Marsili non rappresenta una minaccia immediata per la popolazione, poiché è situato a una profondità di circa 2000 metri sotto il livello del mare. Tuttavia, la sua attività potrebbe provocare terremoti e tsunami che potrebbero influenzare le coste circostanti.

Attualmente, il Marsili è monitorato costantemente da una rete di sensori e strumenti sismici per monitorare l'attività vulcanica e prevenire eventuali pericoli. Gli scienziati continuano a studiare il vulcano per capire meglio la sua struttura e l'eventuale rischio che potrebbe rappresentare per la regione circostante.

Un po' di storia del Marsili, il "mostro" sommerso del mare Tirreno

le montagne sottomarine Palinuro e Marsili
Mappa batimetrica del seamount Marsili e del complesso vulcanico del Palinuro. Immagine a cura di L. Cocchi

Gli studi sul vulcano sottomarino Marsili hanno una lunga storia che risale almeno agli anni '70 del XX secolo. Durante questi decenni, gli scienziati hanno utilizzato diverse tecniche per studiare il vulcano, tra cui la sismologia, la geofisica, la geochimica, la biologia marina e la cartografia del fondo marino.

Nel 2001 è stata effettuata una missione di ricerca a bordo della nave oceanografica italiana "Urania", durante la quale sono state condotte numerose indagini sismiche e geologiche sul Marsili. Questa spedizione ha permesso di produrre una mappa dettagliata del vulcano, che ha fornito importanti informazioni sulla sua struttura e sulla sua attività vulcanica.

Nel corso degli anni, gli studi sul Marsili hanno portato alla scoperta di diverse caratteristiche interessanti del vulcano, tra cui l'esistenza di fumarole sottomarine e di sorgenti termali. Inoltre, gli scienziati hanno rilevato un aumento della sismicità nella zona del vulcano, che ha portato alla necessità di monitorare costantemente la sua attività.

Negli ultimi anni, gli studi sul Marsili sono stati ampliati grazie all'impiego di nuove tecnologie, come i veicoli subacquei telecomandati (ROV) e i sonar ad alta risoluzione. Queste tecnologie hanno permesso di esplorare aree del vulcano che erano state difficili da raggiungere in passato, offrendo nuove opportunità per comprendere meglio la sua struttura e la sua attività vulcanica.

Cosa accadrebbe se il Marsili eruttasse davvero?

Nonostante il vulcano sottomarino Marsili sia situato in una zona remota del Mar Tirreno e sia distante dalla costa, la sua attività vulcanica potrebbe comunque rappresentare alcuni potenziali rischi.

In primo luogo, l'attività vulcanica del Marsili potrebbe causare terremoti e tsunami nella regione circostante. In caso di un'esplosione vulcanica, potrebbe esserci una grande emissione di gas tossici e ceneri, che potrebbero rappresentare una minaccia per la salute umana e la fauna marina.

Inoltre, il Marsili si trova in una zona ad alto rischio sismico, e l'attività vulcanica potrebbe contribuire a destabilizzare la regione e causare terremoti o frane.

Tuttavia, è importante notare che il Marsili è monitorato costantemente da una rete di sensori e strumenti sismici, che permettono di monitorare la sua attività e di prevenire eventuali pericoli. Inoltre, gli scienziati continuano a studiare il vulcano per capire meglio la sua struttura e l'eventuale rischio che potrebbe rappresentare per la regione circostante.

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